(Abbazia di S. Maria a Mare a S. Nicola, Fortezza di S. Nicola, Grotta delle Viole S. Domino, Grotta del Bue Marino S. Domino)
Un soggiorno di visite storico – artistiche e di tanto, tanto mare!
Imperdibile alle Isole Tremiti è la visita all’Abbazia di Santa Maria a Mare nell’isola di San Nicola. La costruzione della chiesa, intorno al 1045 d.C., è attribuita ad un cenobio di benedettini insediati inizialmente nella vicina isola di San Domino e poi giunti a San Nicola. Qui i benedettini vissero un momento di così grande prestigio e ricchezza, da potersi permettere la costruzione dell’Abbazia, capitanata dall’Abate Alberico. La chiesa è stata oggetto di vari rimaneggiamenti nel corso della sua storia. Infatti la facciata originale, venne sostituita da quella attuale, in pietra d’Istria nel XV secolo, su commissione dei canonici Lateranensi; il portale, anch’esso sostituito, mostra oggi in rilievo raffigurazioni della Vergine Maria con Santi e cherubini. Tuttavia l’abbazia reca anche tracce della sua costruzione medievale nell’impianto rettangolare a tre navate terminanti ognuna con un’abside e doppio deambulatorio.
Altra interessante attrattiva è la Fortezza di San Nicola, situata nell’omonima isola delle Tremiti. Fu costruita intorno al XV secolo ed è un’opera davvero colossale, l’ultimo baluardo di difesa del castello della Badia. Un alto e lungo muraglione con merlature, chiude il collo difensivo della testata dell’isola da Nord a Sud, lato sul quale il castello aveva tre porte successive. A destra di questo muraglione frontale della fortezza, si apre la prima porta, munita un tempo di un ponte levatoio sul profondo fossato, scavato per tutta la lunghezza del muraglione e largo circa 10 metri. L’altezza del muraglione era considerevole e quindi il castello si poteva ritenere inespugnabile anche da parte di assalitori numerosi e ben armati. Sulle pareti del muraglione frontale si notano feritoie per moschettoni, finestroni per colubrine, mentre in alto si estendono gli spalti, grandiose terrazze aperte su sconfinati orizzonti. Varcato il primo portale del Castello si apre l’ingresso del Torrione Angioino che era un altro corpo di guardia. La stradella a scaloni, detta “Salita della Chiesa” conduce sui Bastioni del Torrione Angioino con i piombatoi da dove i frati versavano sugli assalitori olio, acqua bollente, piombo fuso ed altri espedienti per la difesa. Qui si ammira il panorama abitato dell’isola con gli allineati capannoni del Corso Diomede di fronte, e del Corso Roma più a sinistra, con in fondo l’isola di San Domino e più a destra il Cretaccio.
Oltre a queste delizie storiche ed artistiche, le Isole Tremiti offrono scenari naturali che non potrete perdere. A San Domino, la Grotta delle Viole è una delle più belle delle Tremiti. Attraverso una spaccatura nella roccia di circa 5 metri, si entra nel vestibolo a forma di vasca cilindrica scoperta, le cui alte pareti a picco sono rivestite da arbusti che in primavera si coprono di fiori. Il fondo della grotta, circa 8 metri, è limpidissimo e terso di acque azzurrine, che in combinazione con la miriade di pesci e di molluschi, dalle forme e dai colori più svariati, illuminati dal sole, producono colori meravigliosi e suggestivi, di colore violaceo, soprattutto nelle ore mattutine estive. Ad accrescere lo spettacolo contribuiscono anche le pietre ricce, staccatesi dalle pareti della grotta, che danno l’impressione di avere davanti un campo di rose fiorite.
Sempre a San Domino vale la pena di visitare la Grotta del Bue Marino, chiamata cosi poiché in tempi lontani fu abitata da alcuni esemplari di Foca Monaca, di cui l’ultimo avvistamento risale all’Aprile del 1958. La grotta si interna per circa 70 metri, conservando una larghezza quasi costante di circa sei metri, ed un’altezza di circa 4 metri, mentre la profondità dell’acqua all’entrata è di 3 metri, per diminuire fino a mezzo metro nel fondo dove forma un po’ di spiaggia. La volta e le pareti sono formate da durissima pietra sfaccettata, i cui frammenti, staccatisi nei secoli, spiccano nel loro biancore sotto le acque azzurrissime. Sulle pareti della grotta si notano delle date molto antiche, incise dai visitatori. Avanzando con molta lentezza, all’interno della grotta, ogni colore va gradatamente scomparendo fino ad entrare nella completa oscurità. Volgendo lo sguardo indietro, la porta di entrata ci appare come un piccolo foro, contornato dagli spigoli sporgenti delle pietre sfaccettate della volta e delle pareti che creano un effetto sorprendente.